Cenni storici dell'ambiente
Per molti secoli il territorio di Calderara era caratterizzato prevalentemente da viti, zone paludose e maceri per la coltivazione della canapa, campi di grano e erba medica con allevamenti di bestiame da utilizzare per i lavori agricoli.
Sparsi per la campagna, sorgevano edfici agricoli, pochissime ville e palazzi signorili, piccoli aggregati urbani nei quali si trovavano abitazioni per braccianti, botteghe di fabbri e falegnami, rare osterie e alimentari. Tutto era finalizzato alla produzione agricola: non esistevano nè opifici nè manifatture.
Alla fine del '400, insieme alla diffusione dell'insediamento rurale, nasce la casa "Bolognese" di pianura, con facciata a "capanna" e torre colombaia. Alla fine del XVI secolo i grossi possedimenti agrari sono spesso forniti di fornaci per la produzione di mattoni.
Dal 1600 si diffonde in pianura la casa ad elementi separati: casa unita a stalla-fienile, casella pozzo e forno, a circoscrivere un'aia e a volte un orto-brolo. La torre utilizzata originariamente dai colombi, aumenta via via il numero dei fori, diventando così un elemento decorativo.
Nel 1700 si verificano cambiamenti e innovazioni: le dimore rurali assumono l'aspetto di ville, a base quadrata, senza colombaia e staccate dalla "stalla-fienile"; tipologia ancor oggi ben visibile.
Con la collaborazione del Gruppo di Ricerca storica di Calderara